Una delle scene finali più belle in assoluto. Lei sta per sposarsi con un altro, lui la sta cercando per portarla via prima del sì, ma non conosce il nome e luogo della chiesa.
L’Alfa Spider sulla quale sfreccia si ferma, benzina finita. Procede la sua corsa a piedi, trova la chiesa, ma è troppo tardi.
Ben urla fuori dalla vetrata, lei gli corre incontro per la navata centrale, poco dopo il sì. Lui impugna una croce gigante e scaccia tutti gli invitati che vogliono fermarli.
Scappano insieme su un bus giallo, si siedono in ultima fila. L’ultima scena è l’emblema dell’amore che va contro ogni cosa, contro un matrimonio imminente non voluto, che insegue i propri desideri e dà spazio all’irrazionalità.
Ma l’ultima sequenza di sguardi, quella ci lancia un segnale e ci riporta alla realtà di quello che è l’amore. Uno sguardo complice, un sorriso e poi due sguardi preoccupati, divisi, come a voler dire: ora sono fatti nostri, lo abbiamo fatto per davvero e ora dobbiamo lavorarci su, costruire qualcosa.
Perché ad innamorarsi sono bravi tutti, il difficile è amarsi dopo essersi innamorati.
Il laureato, 1967
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